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La AI: complessità e campo morfogenico

  Le “valli” come passaggi da un registro linguistico a un altro, potrebbero aver affinità col paesaggio epigenetico, ricordano il “creodo” in Waddington raffigurato con l’immagine della cellula come una sfera o una palla che precipita da una collina con le regioni ed i pendii dando origine a configurazioni incidono sui percorsi condizionati da diversi “fattori epigenetici”. La formazione di ogni corpo dipende non solo dall’apporto genetico ma dal ruolo importante che vi giocano le differenti modalità di “espressione” dei geni. Il “paesaggio epigenetico” di Waddington è come un foglio con dei “pendii”, ovvero i geni, che svolgono la funzione di collegamento con le “valli” che, a loro volta, sono quei “fattori epigenetici” che incidono sull’espressione genica dell’embrione nelle differenti “regioni”: l’esito del “processo epigenetico” avviene indipendentemente dai geni che ha l’individuo come accade per l’ output del LLM che non dipende in modo lineare dal prompt ovvero il ragi...

HUSSERL: SINGOLARITÀ-VISIBILE/IN/VISIBILE DI GIACINTO PLESCIA



Husserl in “Filosofia dell'aritmetica” fonda la fenomenologia dell'infinito-in/visibile.Ogni fenomeno psichico è ciò che gli scolastici medioevali chiamarono l'in/esistenza intenzionale mentale: è la Gegenständlichkeit, è presenza infinita in/visibile nel desiderio desiderato.

Gli atti o le entità intenzionali in/visibili in-esistono intenzionalmente o l’intenzionalità in/visibile del Gegenstand che è in sé un infinito in atto, un’immagine mentale.

Nella presenza intenzionale l’intenzionalità è “essere in sé” che si manifesta nella mondità o nelle singolarità in/visibile.


L’in/visibile-intenzionalità è essa stessa un infinito in atto.

Interpreta la geometria quale spazialità naturale, o geometria a-euclidea, matematica-formale, o ontologia formale in/visibile dello spazio in/visibile.

La spazialità è la struttura ontologica dell'eventuarsi dell'in/visibile o nella razionalità epistemica, è l’intenzionalità dell'evento dell’essere-nel-mondo: non è più solo fenomeno o noumeno, ma si dà quale imago-in/visibile dell'Ereignis dell'essersi.

La singolarità è l'imago dell'essersi, singolarità del visibile.

L'in/visibile non-ente, nulla, o evento dell'essere in eccedenza sempre al di là della natura calcolata, o della sua matematizzante.

Il visibile è una forma dell'icona del lasciar-essere l'eventuarsi, l'in/visibile è l'incompletezza dell’evento fenomenico, categoriale, noumenico.

L’evento è la differenza ontologica dal fenomeno o noumeno, è l’al di là del fenomeno e del noumeno.

L'in/visibilità si dà nella singolarità quale concordanza dell’evidenza in/visibile: è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento in/visibile, quale enigma dell'essersi: singolarità in/visibile, è singolarità a-temporale che non ‘rappresenta’ nulla, è “solo” se stessa.

L’eidos dell'imago, o della singolarità iconica si eventua aldilà della purezza fenomenica o noumenica, quale Gegen-stand.

La verità della singolarità dell'evento: l’essere è l'evento-singolarità.

L’immagine dell'imago del mondo sensibile o dell’idea Platonica, è essa stessa un’idea o l'idea dell'in/visibile o meglio il pensiero della fenomenica o noumenica.

L'in/visibile è il Gegen-stand della spazialità: un di fronte o rivelarsi senza Grund.

L'essere Differenza è l'evento in/visibile, è l’Essere in/visibile che si dà quale evento ontologico dell'essersi.

L'immagine non esiste è il velato in/visibile nello spazio.

Psiche non è carne. La carne è psiche. 

Psiche è da nessuna parte e non è una cosa, è l'interiorità, senza interiorità. Non ha alcuna esteriorità, è visibile-invisibile.

Apre il mito-immagine ed è il velato o è una stringa di immagini, e consente di interpretare e riflettere.

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