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AI, IO e Tu

   AI, IO e Tu The AI, the Self, and You In  Quelli della notte  (“Those of the Night”), a cult late-night Italian TV show hosted by Renzo Arbore in 1985, the comic character “Prof. Pazzaglia” would invariably perform a sketch asking:  “Who are we? Where do we come from? Where are we going?”  — perhaps unconsciously echoing the title of a painting by Paul Gauguin — and then conclude with:  “Ah, if only we knew, if only we knew,”  which he attributed (falsely, he claimed) to Chekhov. The “Professor” Pazzaglia embodied what philosopher David Chalmers would later call the  hard problem  of consciousness — the difficulty of explaining how subjective experience arises from physical processes. It is a problem that philosophy and science continue to wrestle with, and that pervades our daily lives as well. The question  “Where is the mind located?”  remains unanswered. Research abounds, but no single theory has gained universal accepta...

HUSSERL: SINGOLARITÀ-VISIBILE/IN/VISIBILE DI GIACINTO PLESCIA



Husserl in “Filosofia dell'aritmetica” fonda la fenomenologia dell'infinito-in/visibile.Ogni fenomeno psichico è ciò che gli scolastici medioevali chiamarono l'in/esistenza intenzionale mentale: è la Gegenständlichkeit, è presenza infinita in/visibile nel desiderio desiderato.

Gli atti o le entità intenzionali in/visibili in-esistono intenzionalmente o l’intenzionalità in/visibile del Gegenstand che è in sé un infinito in atto, un’immagine mentale.

Nella presenza intenzionale l’intenzionalità è “essere in sé” che si manifesta nella mondità o nelle singolarità in/visibile.


L’in/visibile-intenzionalità è essa stessa un infinito in atto.

Interpreta la geometria quale spazialità naturale, o geometria a-euclidea, matematica-formale, o ontologia formale in/visibile dello spazio in/visibile.

La spazialità è la struttura ontologica dell'eventuarsi dell'in/visibile o nella razionalità epistemica, è l’intenzionalità dell'evento dell’essere-nel-mondo: non è più solo fenomeno o noumeno, ma si dà quale imago-in/visibile dell'Ereignis dell'essersi.

La singolarità è l'imago dell'essersi, singolarità del visibile.

L'in/visibile non-ente, nulla, o evento dell'essere in eccedenza sempre al di là della natura calcolata, o della sua matematizzante.

Il visibile è una forma dell'icona del lasciar-essere l'eventuarsi, l'in/visibile è l'incompletezza dell’evento fenomenico, categoriale, noumenico.

L’evento è la differenza ontologica dal fenomeno o noumeno, è l’al di là del fenomeno e del noumeno.

L'in/visibilità si dà nella singolarità quale concordanza dell’evidenza in/visibile: è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento in/visibile, quale enigma dell'essersi: singolarità in/visibile, è singolarità a-temporale che non ‘rappresenta’ nulla, è “solo” se stessa.

L’eidos dell'imago, o della singolarità iconica si eventua aldilà della purezza fenomenica o noumenica, quale Gegen-stand.

La verità della singolarità dell'evento: l’essere è l'evento-singolarità.

L’immagine dell'imago del mondo sensibile o dell’idea Platonica, è essa stessa un’idea o l'idea dell'in/visibile o meglio il pensiero della fenomenica o noumenica.

L'in/visibile è il Gegen-stand della spazialità: un di fronte o rivelarsi senza Grund.

L'essere Differenza è l'evento in/visibile, è l’Essere in/visibile che si dà quale evento ontologico dell'essersi.

L'immagine non esiste è il velato in/visibile nello spazio.

Psiche non è carne. La carne è psiche. 

Psiche è da nessuna parte e non è una cosa, è l'interiorità, senza interiorità. Non ha alcuna esteriorità, è visibile-invisibile.

Apre il mito-immagine ed è il velato o è una stringa di immagini, e consente di interpretare e riflettere.

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