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Internet e nuovi siti

  Internet è un mare magnum virtuale che circonda e accompagna i giorni e le notti di milioni di individui: prescindere dalla mole di informazioni che vi sono racchiuse è impossibile. Ancor di più è faticoso orientarsi negli argomenti e discernere, con ragionevolezza, tra essi cosa merita attenzione e approfondimenti. Restano , in questo contesto, aperte le questioni delle fake news, dell'uso non consono del linguaggio, di fenomeni quali il body shaming, del bullismo e solo per citarne alcuni.   La rete pare abbia inverato la profezia di   Heidegger     solo che la " chiacchiera" (diventata  chiacchiericcio) e il "si dice" si sono sviliti: altro che "deiezione" come scrive il filosofo di "Essere e Tempo": siamo in un oltre indefinibile. Ben vengano , allora, siti che stimolano il dialogo , la parola ponderata, i temi ben trattati.  Il sito  https://www.giacintoplescia.it   è tra questi: con garbo e leggerezza restituis

MUSICA e FILOSOFIA: DA PLATONE AI NOSTRI GIORNI di GIACINTO PLESCIA - PARTE PRIMA 2007



Platone situò la contemplanza della bellezza in sé, divina e monade quale forma della bellezza quale armonia invisibile o armonizzarsi musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere. 

L'evidenziarsi del fenomeno musicale ontologico, coniugato alla struttura temporale del suono, o alle specificità estetiche e recettive, o al percepirsi dimensionale dell’ascolto è il mettersi in luce o il costituirsi dei nessi che coniugano le categorie concettuali tradizionalmente impiegate dalla fenomenologia della musica in sublationi estetiche del suono sublime.

La musica o un suono? All’origine, la musica pare risolversi tutta nella filosofia, come modello dell’attività del relazionarsi o dell' armonizzarsi dei suoni dall'acuto al grave, all’intonazione del modello scalare: il filosofo è già musicista, come narrò Platone, Fedone nel sogno fa già musica altissima o sublatione sublime.


Nel Sofista la filosofia è musica, perché evidenzia le modalità dell'accordarsi e dispiegarsi nella completezza.

Musica e filosofia sono l’interpretazione pitagorica dei paradigmi di relatività del fondarsi, al di là del relazionarsi mondano ma quale sublime sublatione.

Filosofo e musicista sono una destinanza nell’oblio: hanno una vocazione per la musica ma si dedicano alla filosofia o viceversa.

Sono persi o presi in una naufraganza che sfugge: le relazioni fra musica e filosofia si svelano nell'eventuarsi della transpoiesis sublime, o nel crearsi della sublatione estetica-estatica.

Lì la filosofia è musica o la musica è il mondo che canta, e la musica è il sublimarsi nella filosofia, ma con profonda asimmetria sublime.

Quel situarsi sublime in sublatione estatica è l'eventuarsi di una tragicità immanente, quasi una destinanza che ancora è in attesa di una risposta che non si è data e non si darà mai.

Problematica o interpretazione che viene in luce o è l'eventuarsi della musica sublime all’interno della bellezza estetica della musica stessa.

Lì c'è l'evento sublime che si eventua in trascendenza ontologica, è l'evento che dispiega la verità sublime ed è il fondamento del sublime o autosvelamento dell'essere che è senza fine.

L'accadere della verità sublime è l'evento dell'essere sublime, è l'evento che si eventua, è l'incre -spatura dell'onda, l'abisso di cui non si può mai trovare il fondamento.


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